Le riprese di Patrimonio in Scena 2021 proseguono con il paesaggio archeologico di Arcevia, dove il video-documentario SOTTOPELLE, Alla ricerca di frammenti di senso e connessioni nascoste, ideato da ATGTP – Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata, che verrà prodotto nell’ambito del progetto, ha avuto l’occasione di debuttare sotto forma di spettacolo dal vivo dal 16 al 19 settembre 2021.
Sottopelle viene descritto dai suoi creatori come “un’appropriazione debita”, un “innesto” che dalla superficie scenda ad innervare gli strati sotto l’epidermide, perché il senso delle cose, l’anima di un luogo o di un’opera d’arte si percepiscono sollevando il velo di ciò che appare a prima vista, come i tesori del passato si trovano scavando a fondo la terra. La pelle è un crocevia di informazioni, innumerevoli scambi vi avvengono, nascosti al nostro sguardo: allo stesso modo un territorio, come un organismo vivo, respira della moltitudine di persone che lo attraversano, del suo passato, delle testimonianze e delle esperienze artistiche che lo hanno abitato.
L’obiettivo del progetto è promuovere il patrimonio museale e il territorio attraverso una narrazione inedita, frutto di connessioni tra le opere, il territorio e le persone; una narrazione che sappia generare un coinvolgimento emotivo in chi guarda e possa innescare interesse, riconoscimento, partecipazione.
In questo particolare contesto, abbiamo dato la parola ai soggetti direttamente coinvolti, raccogliendo le loro visioni e i loro obiettivi in una breve intervista, riportata qui di seguito.
Lucia Palozzi – ATGTP – Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata
- Come nasce l’idea del progetto “SOTTOPELLE, Alla ricerca di frammenti di senso e connessioni nascoste“?
L’idea nasce dalla ricchezza del luogo che ha ospitato il progetto, il Centro Culturale San Francesco di Arcevia: raccoglie la biblioteca pubblica e l’archivio comunale, che custodisce documenti pubblici dal 1200 al 1900, i reperti del Museo Archeologico, dal paleolitico alle necropoli celtiche, e le opere della galleria d’arte contemporanea, con autori come Bruno D’Arcevia e Edgardo Mannucci.
Questa molteplicità ci ha portato a riflettere sul concetto di stratificazione: gli strati del terreno dove avvengono gli scavi archeologici, la stratificazione dei documenti dell’archivio, il sedimentarsi della memoria che nel tempo contribuisce a creare un paesaggio culturale, una comunità.
Tutto questo ci è arrivato come qualcosa di vivo e vitale, a prescindere dalle distanze temporali; qualcosa in cui chiunque può riconoscersi, un patrimonio culturale con cui volevamo instaurare una relazione “personale”, intima.
Così è nato il parallelismo tra il terreno/territorio e la pelle: la pelle è un crocevia di informazioni, innumerevoli scambi vi avvengono, nascosti al nostro sguardo: allo stesso modo un territorio, come un organismo vivo, respira della moltitudine di persone che lo attraversano, del suo passato, delle testimonianze e delle esperienze artistiche che lo hanno abitato.
- Quale vuole essere il suo risultato/impatto nell’ambito di Patrimonio in Scena?
L’obiettivo del progetto è proprio quello di restituire il senso di memoria viva e partecipata, attraverso un’azione scenica che si muove per salti narrativi e connessioni poetiche, con l’intenzione di generare un coinvolgimento emotivo e un interesse che possa, si auspica, riversarsi nella curiosità di conoscere meglio il polo museale e il territorio che lo ospita.
Risultati già raggiunti sono stati l’instaurarsi di una collaborazione con il museo (che va ad arricchire quella con l’amministrazione comunale, già attiva da diversi anni con la gestione del Teatro Misa e l’organizzazione di numerosi progetti) e l’avvicinamento di un pubblico variegato, dalle scuole, ai turisti, alla comunità arceviese, grazie alla messa in scena della performance Sottopelle all’interno del festival Stavagante, organizzato da ATGTP dal 13 al 19 settembre 2021.
Infine, abbiamo voluto lasciare anche noi un segno del nostro passaggio: resteranno al museo due tracce registrate che dalla performance potranno, volendo, diventare parte dell’offerta museale, offrendo una lettura inedita e originale di alcune delle opere custodite.
- Quali caratteristiche del paesaggio e valori della comunità di Arcevia vorreste risaltare tramite Patrimonio in Scena?
Il Polo Culturale San Francesco è un luogo di comunità che raccoglie le testimonianze storiche del territorio arceviese dagli esordi delle comunità (Museo archeologico), all’epoca medievale (complesso San
E’ anche luogo di ritrovo, in cui partecipare ad eventi come concerti, conferenze e performances e luogo di vita sociale (spesso sono state ospitate all’interno del chiostro bancarelle in occasione di eventi o mercatini).
Tramite Patrimonio in Scena vorremmo porre l’accento su tutti questi significati fondanti il Polo Culturale e che lo legano indissolubilmente al territorio arceviese.
- Perché avete scelto il progetto “SOTTOPELLE, Alla ricerca di frammenti di senso e connessioni nascoste“?
Premettendo che sono stati molto interessanti tutti i progetti che sono arrivati alla nostra attenzione, il progetto SOTTOPELLE ci è sembrato quello che più in sintonia con il concetto di un racconto che dai secoli è arrivato fino ad oggi, un racconto che prende forma e voce dalle testimonianze lasciate dal tempo.